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Imparare a stimarsi: il primo passo per volersi bene

Imparare a stimarsi: il primo passo per volersi bene

Stimarsi vuol dire molto più che piacersi.
Significa accettarsi, volersi bene e riconoscere il proprio valore, indipendentemente da quello che pensano gli altri.
L’autostima, infatti, non dipende dal giudizio esterno, ma da come ci percepiamo e da quanto crediamo nelle nostre capacità.
È un equilibrio delicato, che può influenzare la nostra felicità, le relazioni e il modo in cui affrontiamo la vita.

L’autostima nasce dal nostro giudizio, non da quello degli altri

Molte persone faticano a riconoscere il proprio valore anche quando ricevono stima e affetto da chi le circonda.
Può accadere di sentirsi inadeguati o “non abbastanza”, nonostante i complimenti o il successo professionale.
Questo dimostra che il giudizio più potente è quello che diamo a noi stessi: se è troppo severo o negativo, può compromettere la nostra serenità e la percezione di efficacia personale.

“La stima che riceviamo dagli altri è importante, ma non può compensare quella che manca dentro di noi.”

Quanto ci stimiamo?

Il livello di autostima è strettamente collegato a fattori come ambizione, sicurezza e intraprendenza.
Chi ha una buona stima di sé tende a:

  • credere nelle proprie capacità;

  • affrontare le difficoltà con fiducia;

  • costruire relazioni più equilibrate e aperte;

  • sentirsi degno di amore e rispetto.

Viceversa, chi ha una stima di sé bassa vive spesso in una condizione di autocritica e insoddisfazione. Ogni traguardo viene percepito come insufficiente, e il confronto con gli altri diventa fonte di frustrazione.

Box “In pratica”: piccoli passi per aumentare la stima di sé

  • Riconosci i tuoi punti di forza: scrivi ogni giorno qualcosa che hai fatto bene, anche se piccolo.

  • Accetta i tuoi limiti: nessuno è perfetto; accettarli è segno di maturità, non di debolezza.

  • Sii gentile con te stesso: parla a te stesso come parleresti a un amico in difficoltà.

  • Evita confronti inutili: ogni persona ha un percorso unico.

  • Cerca equilibrio: ascolta il giudizio degli altri, ma non lasciare che determini il tuo valore.

Mini-vignetta clinica

Chiara, 34 anni, si sentiva sempre inadeguata, nonostante il successo nel lavoro e una relazione stabile. Durante il percorso psicologico ha scoperto che il suo giudice più severo era dentro di sé. Imparare a riconoscere i propri meriti l’ha aiutata a ritrovare serenità e autostima.

Perché è importante lavorare sulla propria autostima

La stima di sé influisce su aspetti fondamentali della vita: il modo in cui ci relazioniamo agli altri, le scelte che facciamo, la fiducia che riponiamo nelle nostre decisioni.
Sviluppare una buona autostima significa sentirsi più liberi, più indipendenti e più capaci di affrontare il cambiamento senza paura di fallire.

Chi non si stima abbastanza può iniziare da un esercizio semplice ma profondo: chiedersi perché.
Cosa mi impedisce di apprezzarmi? Da dove nasce la mia insoddisfazione?
Quando le risposte non bastano, il confronto con uno specialista può diventare un passo decisivo per riconoscersi, accettarsi e imparare a volersi bene.

Conclusione

Imparare a stimarsi è un atto di cura verso se stessi.
Non significa sentirsi perfetti, ma riconoscere il proprio valore anche nelle imperfezioni.
Chi si stima affronta la vita con fiducia, costruisce relazioni più autentiche e coltiva una felicità più stabile, perché non dipende più dal giudizio degli altri ma da una fonte interiore di equilibrio e forza.

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