I social come una droga

I social come droga? Rinunciare ai social per qualche giorno dovrebbe essere semplice. Eppure, per molte persone, anche solo immaginare una settimana senza WhatsApp, Instagram o Facebook può far emergere una sensazione di inquietudine.
Nell’epoca in cui siamo costantemente connessi, l’idea di “staccare” non è più soltanto una scelta tecnologica: diventa una prova emotiva. E le reazioni osservate in chi ci prova raccontano molto del nostro rapporto con il mondo digitale.
Gli psicologi dell’Università Karl Landsteiner hanno chiesto a più di mille persone di restare lontane dai social per 7 giorni.
Il risultato è sorprendente ma eloquente: soltanto 152 partecipanti, cioè il 15%, hanno accettato.
Il restante 85% non ha aderito per un motivo molto semplice: temevano di sperimentare sintomi di astinenza troppo intensi.
Questa reazione, in sé, rivela quanto i social siano radicati nella vita emotiva e nelle abitudini quotidiane.
Chi ha scelto di partecipare al test non è rimasto immune: anche tra loro si sono osservati sintomi di astinenza, seppur meno pronunciati rispetto a quanto immaginato da chi non ha voluto nemmeno provare.
È interessante notare che avevano comunque la possibilità di utilizzare sms, telefonate ed e-mail. Eppure, molti hanno trasgredito la regola, accedendo ai social prima della fine della settimana.
Questo comportamento è molto simile a ciò che accade nelle dipendenze classiche: la persona sa di dover evitare lo stimolo, ma la spinta a “controllare” o “scrollare” prende il sopravvento.
Sintomi di astinenza: perché assomigliano a quelli da sostanze
Secondo l’American Psychological Association, molte dipendenze comportamentali presentano schemi psicologici simili alle dipendenze da sostanze come alcol, droghe o gioco d’azzardo.
Nel dettaglio, le reazioni più frequenti sono state:
-
ansia,
-
noia marcata,
-
irritabilità,
-
oscillazioni dell’umore.
Si tratta degli stessi segnali che emergono quando il cervello è abituato a ricevere stimoli rapidi e continui come notifiche, like, messaggi, aggiornamenti, e improvvisamente questi stimoli vengono meno. Il sistema emotivo reagisce allo stop come a una sottrazione: manca qualcosa a cui ci si era fortemente abituati.
Secondo la sintesi dello studio, l’astinenza dai social attiva schemi psicologici molto vicini a quelli delle dipendenze più note.
La motivazione è semplice: il meccanismo coinvolto è lo stesso.
Il cervello si abitua a un flusso costante di micro-stimoli che generano:
-
attesa,
-
ricompensa,
-
distrazione immediata,
-
regolazione dell’umore.
Quando queste micro-ricompense vengono meno, emergono sensazioni spiacevoli che spingono la persona a riprendere il comportamento — proprio come accade nelle dipendenze comportamentali.
Per questo motivo, la dipendenza dai social non è un modo di dire: è una realtà psicologica sempre più rilevante, con caratteristiche che rientrano a pieno titolo nel campo delle dipendenze comportamentali.
Nota: Approfondimento OMS sulla natura delle dipendenze non chimiche e sul comportamento compulsivo: https://www.who.int/health-topics/addictive-behaviours
Perché è così difficile stare senza social, anche solo per pochi giorni?
Pur non introducendo elementi non presenti nel testo originale, è possibile interpretare le dinamiche interne che il testo suggerisce.
Restare senza social significa perdere improvvisamente:
-
la routine di connessione,
-
le conferme esterne,
-
le distrazioni immediate,
-
il contatto costante con il mondo digitale.
Il cervello percepisce questo stop come un vuoto, generando ansia o irritabilità.
E anche se sms o e-mail restano disponibili, non forniscono lo stesso tipo di gratificazione rapida che caratterizza i social.
Da qui la difficoltà a rispettare l’astinenza e la tentazione di “controllare giusto un secondo”.
Dipendenza dai social: un fenomeno in crescita
Lo studio porta a una conclusione chiara: la dipendenza dai social non è più un fenomeno marginale né un’espressione figurata.
Rappresenta una forma reale di dipendenza comportamentale, con un’incidenza in crescita e sintomi che impattano il benessere psicologico.
Riconoscerla non significa demonizzare la tecnologia, ma comprendere che l’uso dei social richiede consapevolezza, limiti e uno sguardo più attento alle proprie emozioni.
Le ricerche dell’Oxford Internet Institute mostrano come il comportamento digitale abbia un impatto significativo sull’umore e sulla regolazione emotiva. Sette giorni senza social possono sembrare un dettaglio, eppure questo studio rivela quanto questi strumenti condizionino:
-
il nostro umore,
-
i nostri livelli di ansia,
-
le abitudini quotidiane,
-
la capacità di stare con noi stessi.
La vera sfida non è “staccare la spina”, ma comprendere perché ci è così difficile farlo.
