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Chi soffre di SRED? Comprendere il disturbo del sonno legato all’alimentazione

Chi soffre di SRED? Comprendere il disturbo del sonno legato all’alimentazione

Chi soffre di SRED? Disturbo del sonno e alimentazione notturna

Mangiare nel sonno non è solo una stranezza o un episodio isolato. Per alcune persone, è il segno di un disturbo specifico chiamato SRED (Sleep-Related Eating Disorder), una condizione che intreccia sonno, comportamento alimentare e regolazione emotiva.
Spesso chi ne soffre non ne è pienamente consapevole: si sveglia stanco, confuso o in colpa per aver mangiato di notte. Capire chi è più a rischio, come si manifesta e quali strategie possono aiutare è il primo passo verso un miglioramento reale della qualità di vita.

Cos’è il SRED e quanto è diffuso

Il Disturbo Notturno del Sonno associato al Disturbo dell’Alimentazione (SRED) interessa circa l’1–3% della popolazione generale e fino al 10–15% delle persone con disturbi alimentari.
Può presentarsi in forma cronica o episodica, con periodi di remissione alternati a ricadute. Durante gli episodi, la persona si alza dal letto, consuma cibo — spesso ipercalorico o in combinazioni insolite — e al mattino non ne conserva un ricordo nitido.

Nel tempo, questi episodi possono provocare aumento di peso, disturbi digestivi, stanchezza diurna e un intenso senso di perdita di controllo.

Approfondisci anche: Disturbi del comportamento alimentare

Chi soffre di SRED e quali fattori lo favoriscono

Le persone colpite da SRED appaiono spesso stressate, ansiose o emotivamente tese. La ricerca mostra una correlazione tra ansia, tensione emotiva e comportamenti automatici durante il sonno.
Molti riferiscono rabbia verso sé stessi per la perdita di controllo e sintomi depressivi legati all’aumento di peso. Il sonno è spesso frammentato e non ristoratore, e al risveglio si avverte una sensazione di confusione o vergogna.

Mini-vignetta clinica
“Chiara, 38 anni, racconta di alzarsi la notte senza ricordarlo, trovando al mattino resti di cibo in cucina. Si sentiva in colpa e pensava fosse solo ‘debolezza’. Dopo aver scoperto che si trattava di SRED, ha iniziato un percorso per gestire l’ansia e migliorare il riposo. Il senso di colpa si è trasformato in consapevolezza.”

SRED e altri disturbi del sonno

La SRED si associa spesso ad altre condizioni, come:

  • Sonnambulismo, con comportamenti automatici durante il sonno profondo;

  • Sindrome delle gambe senza riposo, che causa movimenti involontari e difficoltà a dormire;

  • Apnee notturne, che interrompono il sonno e aumentano la frammentazione.

Per questa ragione, la SRED viene classificata tra le parasonnie, disturbi caratterizzati da comportamenti anomali durante il sonno.

SRED e disturbi alimentari: una connessione complessa

Nonostante l’apparente somiglianza, la SRED non è considerata un disturbo alimentare come anoressia o bulimia. Mancano infatti la preoccupazione per il peso e la componente di controllo tipica di queste condizioni.
È quindi riconosciuta come un disturbo del sonno specifico, anche se può coesistere con altri problemi legati all’alimentazione o all’immagine corporea.

Aspetti psicologici: ansia, controllo e autostima

Molte persone con SRED vivono la condizione con vergogna e frustrazione. Il contrasto tra il controllo diurno e la perdita di controllo notturna genera disagio e abbassa l’autostima.
A livello emotivo, il disturbo può essere collegato a stress cronico, ansia o difficoltà nel riconoscere i propri bisogni. Il corpo, in un certo senso, “parla” quando la mente è troppo stanca per farlo.

“In pratica”: primi passi per gestire il SRED

  • Annota gli episodi notturni (orario, tipo di cibo, emozioni del giorno).

  • Riduci stress e ansia con tecniche di respirazione o rilassamento serale.

  • Evita caffeina e dispositivi luminosi prima di dormire.

  • Chiedi supporto professionale: un percorso psicologico aiuta a lavorare sulle cause emotive e comportamentali.

Quando chiedere aiuto

È utile rivolgersi a uno specialista se:

  • gli episodi diventano frequenti o disturbano il riposo;

  • compaiono variazioni di peso o affaticamento costante;

  • il disturbo genera vergogna o sintomi depressivi;

  • la qualità della vita peggiora sensibilmente.

Un percorso psicoterapeutico mirato consente di ridurre l’ansia, migliorare l’igiene del sonno e interrompere il circolo della perdita di controllo notturna. Nei casi più complessi, può essere utile un lavoro integrato con medico del sonno e nutrizionista.

Il SRED è un disturbo ancora poco conosciuto, ma più diffuso di quanto si pensi.
Riconoscerlo è un atto di cura verso sé stessi: non è “mancanza di forza di volontà”, ma un segnale che mente e corpo stanno chiedendo attenzione.
Affrontarlo con l’aiuto di un professionista permette di ritrovare equilibrio, serenità e un rapporto più sano con il sonno e con il cibo.

FAQ

1. Il SRED è la stessa cosa del binge eating?
No. Nel binge eating gli episodi di abbuffata avvengono da svegli e sono legati a fame emotiva o disagio psicologico; nel SRED gli episodi avvengono nel sonno.

2. Chi soffre di SRED ricorda di aver mangiato?
Spesso no, o solo parzialmente. Si tratta di episodi semiconsapevoli che avvengono durante il sonno profondo o i micro-risvegli.

3. Il SRED può guarire?
Sì, con un approccio integrato — psicologico e medico — è possibile ridurre o interrompere gli episodi nel tempo.

4. È legato solo a stress e ansia?
Lo stress è un fattore frequente, ma il disturbo può essere influenzato anche da predisposizioni genetiche e qualità del sonno.