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Cause e caratteristiche della bulimia nervosa

Cause e caratteristiche della bulimia nervosa

Donna che mangia un panino

Cosa vuol dire essere bulimici?

i disturbi alimentari emergono da una “tempesta perfetta” di fattori. La bulimia nervosa colpisce circa il 3% della popolazione e 9 su 10 sono donne.

La bulimia nervosa (BN) è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da un eccessivo abuso di cibo e perdita di controllo seguito dalla compensazione mediante induzione di vomito, utilizzo di diuretici, lassativi, stimolanti e/o attività fisica intensa. La bulimia, come tutti i disturbi alimentari, ha complesse basi neurologiche e biologiche. Altre caratteristiche e condizioni psicologiche che contribuiscono all’insorgere o all’incrementare la bulimia nervosa sono: ansiadepressione, uso di sostanze e difficoltà a controllare i propri impulsi. È stato inoltre rilevato che la predisposizione genetica può giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo della bulimia. La bulimia comporta dunque una perdita di equilibrio fisico e soprattutto mentale; è dunque importante capire eventuali sintomi in chi soffre di questo disturbo.

Cosa sono le abbuffate?

Chi si abbuffa cerca inevitabilmente di eliminare le calorie ingerite e spesso si sente sopraffatto dalle emozioni, è incapace di gestirle o ancora sceglie di abbuffarsi e vomitare per punire sé stesso.

Diversi ricercatori hanno evidenziato che le abbuffate sono solitamente dovute e precedute da momenti di particolare sconforto, rabbia/frustrazione ed emozioni negative in generale.

Sebbene le specifiche di un’abbuffata siano diverse da persona a persona, esistono alcuni criteri che le definiscono.

Un’abbuffata è definita come un episodio di alimentazione in cui una persona mangia una grande quantità di cibo con una sensazione di mancanza di controllo. Ciò significa spesso mangiare oltre il punto di sazietà fino a sentirsi a disagio, mangiare molto velocemente, mangiare da soli e provare vergogna dopo aver mangiato. Un’epurazione è definita come un comportamento compensatorio inteso esplicitamente a “compensare” o “sbarazzarsi del” cibo mangiato. Nella bulimia, questo spesso assume la forma di vomito autoindotto o di abuso di lassativi o diuretici.

Quali sono i sintomi della bulimia?

Ecco un elenco dei principali sintomi della bulimia a cui porre particolare attenzione per te stessa/o e per chi ti sta intorno:

  • Evidenza di abbuffate, comprese grandi quantità di cibo che scompaiono in brevi periodi di tempo, o contenitori e involucri di cibo vuoti
  • Evidenza di comportamenti di eliminazione, compresi frequenti viaggi in bagno dopo i pasti, segni e/o odori di vomito, presenza di lassativi o diuretici
  • Saltare frequentemente i pasti ed evitare di mangiare con altri o in pubblico
  • Mantenere un programma di esercizi eccessivamente rigido
  • Calli sul dorso delle mani e nocche dovuti al vomito autoindotto
  • Denti macchiati o scoloriti
  • Apportare modifiche alla routine quotidiana e allo stile di vita per poter abbuffarsi ed eliminarsi
  • Ritiro sociale
  • Digiuno o dieta tra un’abbuffata e l’altra
  • Essere eccessivamente preoccupati per l’immagine corporea
  • Intensa paura di ingrassare
  • Usare quantità eccessive di collutorio, mentine e gomme da masticare
  • Notevoli cambiamenti di peso, sia in alto che in basso

Un depresso può diventare bulimico?

La depressione può essere concausa e comorbilità di un disturbo alimentare. Sono stati rilevati casi di persone depresse che per affrontare il loro disagio hanno sviluppato un rapporto malato con il cibo. Viceversa, proprio lo sviluppo di un disturbo quale la bulimia ha portato le persone a cadere in depressione e a peggiorare la loro situazione.

È evidente l’importanza di capire l’origine del problema e riconoscere il miglior intervento in quanto si tratta di disturbi che interferiscono con la conduzione della propria vita e con il proprio benessere fisico, psicologico, emozionale e relazionale/familiare.

Una cattiva alimentazione porta a dei regimi alimentari scorretti?

La risposta è sì, soprattutto se si tratta di un’alimentazione basata unicamente sul gusto e sul piacere e non sul reale fabbisogno alimentare. Oggi riceviamo diversi stimoli e spesso ci lasciamo guidare dai nostri stati d’animo, alimentandoci spesso per ansia rabbia noia e solitudine.

L’equilibrio e la gestione del controllo psicoalimentare sono alla base di uno stile di vita sano.

Stile di vita sano non significa solo mangiare sano ed allenarsi ma anche:

  • occuparsi del proprio benessere psicologico
  • riconoscere le trappole mentali e riuscire a superarle
  • non lasciarsi travolgere dalle emozioni negative cercando conforto nel cibo
  • dedicarsi all’attività fisica non soltanto per fini estetici
  • coltivare relazioni sane
  • essere flessibili e ridurre l’idea di perfezione e controllo su tutto.

Conclusioni

In conclusione, la bulimia è un disturbo alimentare complesso che richiede un approccio olistico per il recupero. La consapevolezza dei propri pensieri, emozioni e comportamenti è fondamentale per iniziare il percorso di guarigione.

Ecco alcuni consigli pratici che potrebbero essere utili:

  1. Consultare uno psicologo clinico specializzato nei disturbi alimentari è il primo passo cruciale.
  2. La mindfulness è un’abilità utile per sviluppare consapevolezza nel momento presente. Imparare a essere consapevoli dei segnali fisici e delle emozioni può aiutare a gestire l’impulso e a promuovere scelte alimentari più consapevoli.
  3. Concentrati su uno stile di vita sano, che includa una dieta equilibrata, attività fisica moderata e un adeguato riposo. Un benessere generale può influire positivamente sul tuo stato emotivo

Ricorda, il percorso verso la guarigione può essere un processo graduale, ma con impegno, supporto e consapevolezza, è possibile superare la bulimia e ristabilire un rapporto sano con il cibo e con sé stessi.

 

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