via Vincenzo Monti n° 8 - 20123 Milano
+39 0246712315
solosuccessi@annamariagiancaspero.it / studio.giancaspero@gmail.com

Depressione e genetica: le 44 varianti che aumentano il rischio

Depressione e genetica: le 44 varianti che aumentano il rischio

Depressione e genetica: scoperte 44 varianti che aumentano il rischio

Oggi si parla spesso di depressione, ma non sempre si ha chiara la complessità di questa condizione.
La depressione non è semplice tristezza: è un disturbo dell’umore che compromette la capacità di provare interesse e piacere per le attività quotidiane.
Le cause possono essere molteplici — traumi, scarsa autostima, esperienze negative, fattori biologici — e negli ultimi anni la scienza ha aggiunto un tassello importante: la componente genetica.

Le radici della depressione

La depressione è una patologia multifattoriale: nasce dall’interazione tra biologia, esperienze di vita e contesto sociale.
Tra i fattori di rischio più noti vi sono:

  • esperienze traumatiche o perdite affettive;

  • bassa fiducia in sé e difficoltà relazionali;

  • isolamento o mancanza di supporto;

  • livelli più alti di indice di massa corporea (BMI);

  • scarso accesso all’istruzione e alle risorse sociali.

Tutti questi elementi possono concorrere a ridurre la capacità del cervello di regolare l’umore e le emozioni.

Depressione e DNA: la scoperta delle 44 varianti genetiche

Un gruppo internazionale di 200 ricercatori, guidato da Cathryn Lewis e Gerome Breen del King’s College di Londra, ha condotto uno studio su quasi 500.000 individui:
135.000 persone con diagnosi di depressione e 344.000 senza disturbi dell’umore.

I risultati, pubblicati su Popular Science Italia, hanno identificato 44 varianti genetiche associate alla depressione, evidenziando che i geni possono influenzare la vulnerabilità alla malattia.

Queste varianti non determinano da sole l’insorgenza del disturbo, ma aumentano la probabilità di svilupparlo quando si sommano a fattori ambientali come stress, isolamento, eventi traumatici o stile di vita.

Cosa significa “predisposizione genetica”

Parlare di predisposizione genetica non significa che la depressione sia inevitabile.
I geni rappresentano una tendenza, non un destino.
Studi su gemelli hanno confermato che la familiarità aumenta il rischio, ma il manifestarsi del disturbo dipende anche da come la persona affronta le proprie esperienze di vita.

Il DNA può predisporre, ma sono le esperienze a “scrivere” la storia emotiva di ciascuno.

Aver identificato geni condivisi con altre patologie, come la schizofrenia, apre la strada a ricerche mirate per comprendere meglio i meccanismi cerebrali e sviluppare terapie più efficaci.

Box “In pratica”: cosa fare se si sospetta una depressione

  • Ascolta i segnali: perdita di interesse, affaticamento, insonnia, irritabilità, calo di concentrazione o appetito.

  • Non isolarti: parlare con una persona di fiducia o con un professionista è il primo passo.

  • Evita l’autodiagnosi: la depressione può assumere forme diverse e richiede una valutazione clinica.

  • Cerca supporto psicologico: la psicoterapia aiuta a ritrovare motivazione e piacere nelle attività quotidiane.

  • Ricorda: chiedere aiuto non è debolezza, ma un gesto di consapevolezza e cura di sé.

Mini-vignetta clinica

Paolo, 45 anni, pensava che la sua stanchezza fosse solo stress da lavoro. Col tempo ha iniziato a non trovare più piacere in nulla. Dopo aver parlato con uno specialista, ha scoperto di soffrire di depressione. Il percorso terapeutico gli ha permesso di riconnettersi con i propri interessi e di capire che chiedere aiuto può essere un atto di forza.

Quando chiedere aiuto

La depressione non è una colpa, e non va mai affrontata da soli.
Rivolgersi a uno psicologo o psicoterapeuta permette di:

  • comprendere le cause individuali del malessere;

  • costruire strategie personalizzate di recupero;

  • lavorare su autostima, resilienza e gestione dello stress.

Con il giusto sostegno, è possibile ritrovare equilibrio, energia e significato nella propria vita quotidiana.

Conclusione

Sapere che la depressione può avere una base genetica non deve spaventare, ma incoraggiare una visione più completa e compassionevole del disturbo.
Capire che si tratta di una malattia reale, con basi biologiche e psicologiche, aiuta a combattere lo stigma e a promuovere la prevenzione.
Prendersi cura della propria salute mentale è un investimento per il futuro: la scienza ci mostra che comprendere le origini della sofferenza è già il primo passo per guarire.

Fonte: Popular Science Italia – King’s College di Londra, Cathryn Lewis & Gerome Breen http://www.popsci.it/depressione-44-varianti-genetiche-ne-aumentano-il-rischio.html