Sessuologia: desiderio, intimità e benessere della coppia
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa clinica e sessuologa a Milano, aiuta singoli e coppie a ritrovare desiderio, armonia e fiducia nella propria vita sessuale e relazionale.
Le disfunzioni sessuali possono riguardare chiunque, in qualunque fase della vita: riconoscerle presto e chiedere aiuto è il primo passo per tornare a stare bene — con sé e con l’altro.


Calo del desiderio: quando il corpo tace e l’intimità si spegne
Il calo del desiderio sessuale è una delle disfunzioni più diffuse e, al tempo stesso, più sottovalutate.
Può interessare uomini e donne e incidere profondamente sulla qualità della vita, sul benessere personale e sull’armonia della coppia.
Il desiderio non è solo una questione fisica: è un linguaggio del corpo, della mente e delle emozioni. Quando si affievolisce, spesso dietro si nascondono stanchezza, stress, difficoltà relazionali, ansia o vissuti di inadeguatezza che spengono la comunicazione sensuale e affettiva.
Come si manifesta il calo del desiderio
Il disturbo può comparire in forme diverse e in momenti differenti della vita.
Spesso si accompagna a:
– diminuzione dell’autoerotismo e della fantasia erotica;
– assenza o riduzione del desiderio sessuale;
– silenzio dei sensi e del corpo, con difficoltà a percepire stimoli
eccitatori;
– distacco emotivo e relazionale, che può condurre nel tempo a
frustrazione e allontanamento nella coppia.
Il calo del desiderio sessuale può anche favorire l’insorgere di altre problematiche, come difficoltà erettive o ansia da prestazione, aggravando il disagio psicologico e relazionale.
Perché succede
Le cause possono essere multifattoriali:
– fisiologiche, legate a ormoni, farmaci, stanchezza o malattie
croniche;
– psicologiche, come stress, depressione, bassa autostima o
conflitti interiori;
– relazionali, dovute a crisi di coppia, mancanza di
comunicazione o routine sessuale.
Spesso questi fattori interagiscono, rendendo necessario un intervento integrato che consideri corpo, mente e relazione.
Cosa fare in caso di calo del desiderio
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa e sessuologa a Milano, affronta il problema con un approccio clinico personalizzato.
Il percorso inizia con un’anamnesi approfondita, che analizza:
1. gli aspetti fisiologici e medici, con eventuale collaborazione di
specialisti;
2. i fattori psicologici e relazionali che influenzano il desiderio;
3. la dinamica di coppia e la qualità della comunicazione
affettiva.
La terapia psicosessuologica si concentra su:
– riconoscimento delle cause emotive del calo del desiderio;
– recupero della consapevolezza corporea;
– ricostruzione della comunicazione intima e dell’intesa di
coppia;
– prescrizioni comportamentali mirate a riaccendere il piacere e
l’intimità.
Ritrovare il desiderio è possibile
Il desiderio può spegnersi, ma può anche rinascere, se ascoltato e compreso.
Con un percorso terapeutico mirato e il giusto sostegno, è possibile riconnettersi al proprio corpo, riaccendere la passione e riscoprire la complicità nella coppia.

Cause e conseguenze psicologiche
Le cause dell’eiaculazione precoce possono essere organiche (ormonali, neurologiche, farmacologiche) o psicologiche, come:
– ansia da prestazione;
– scarsa conoscenza del proprio corpo;
– aspettative eccessive o sensi di colpa;
– comunicazione sessuale inadeguata con la partner.
La difficoltà, se non affrontata, può generare un circolo vizioso di paura, evitamento e perdita di autostima, compromettendo il benessere personale e la vita di coppia.
Come affrontare l’eiaculazione precoce
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa e sessuologa a Milano, propone un approccio psicosessuologico e comportamentale che integra strumenti pratici e lavoro emotivo.
Il percorso comprende:
– colloquio clinico e anamnesi personalizzata, per distinguere le componenti
fisiologiche da quelle psicologiche;
– educazione sessuale e consapevolezza corporea;
– prescrizioni comportamentali specifiche per migliorare il controllo
eiaculatorio;
– tecniche di rilassamento e gestione dell’ansia da prestazione;
– coinvolgimento della partner quando utile al processo terapeutico.
I farmaci da soli spesso non sono risolutivi: un intervento psicologico e comportamentale personalizzato è essenziale per ottenere risultati stabili e duraturi.
Disturbi sessuali maschili: ritrovare equilibrio e fiducia
I disturbi sessuali maschili possono manifestarsi in molte forme e avere origini differenti.
Riguardano non solo la dimensione fisica, ma anche quella emotiva e relazionale, influenzando l’autostima, la comunicazione e la serenità di coppia.
Tra le problematiche più comuni rientrano:
– eiaculazione precoce o ritardata;
– disfunzione erettile;
– calo del desiderio sessuale;
– difficoltà orgasmiche o anorgasmia maschile.
Affrontare tempestivamente queste difficoltà, con un percorso psicologico e sessuologico mirato, permette di recuperare controllo, fiducia e benessere.
Eiaculazione precoce: la più frequente disfunzione maschile
L’eiaculazione precoce è la condizione in cui l’uomo non riesce a esercitare un controllo volontario sul riflesso eiaculatorio, raggiungendo l’orgasmo troppo rapidamente, talvolta prima della penetrazione.
È una disfunzione estremamente comune, che può causare frustrazione, ansia da prestazione e difficoltà relazionali.
Si distinguono tre forme principali:
– Severa: l’eiaculazione avviene subito prima o entro 60 secondi dalla
penetrazione.
– Moderata: avviene entro 1–3 minuti dall’inizio del rapporto.
– Prematura: avviene prima che l’uomo lo desideri, anche oltre i 3–5 minuti.
La condizione può essere:
– primaria, se presente fin dall’inizio dell’attività sessuale;
– secondaria, se insorge dopo un periodo di normale controllo.
Nel secondo caso, spesso coesistono fattori psicologici o relazionali, come ansia, stress, problemi di coppia o precedenti esperienze negative.
Ritrovare controllo e serenità
Affrontare un disturbo sessuale non è segno di debolezza, ma un atto di consapevolezza e cura di sé.
Con il giusto percorso terapeutico, è possibile recuperare sicurezza, armonia e piacere nella propria vita sessuale e relazionale.
Disfunzione erettile: quando la mente e il corpo non comunicano più
La disfunzione erettile è una delle problematiche sessuali maschili più comuni.
Si manifesta quando, pur essendoci desiderio sessuale e attrazione, non si riesce a ottenere o mantenere un’erezione sufficiente per portare a termine un rapporto soddisfacente.
In alcuni casi può evolvere in una mancanza totale di erezione o di stimolo sessuale, condizione che, se non affrontata, genera ansia, frustrazione e calo dell’autostima, con effetti diretti sulla relazione di coppia.
Cause della disfunzione erettile
Le origini possono essere fisiologiche o psicologiche, e spesso i due aspetti si intrecciano.
Cause fisiologiche
– patologie vascolari o endocrine (come il diabete mellito o disfunzioni
ormonali);
– uso prolungato di farmaci, alcol o sostanze;
– malattie croniche debilitanti o interventi chirurgici.
Cause psicologiche e relazionali
– ansia da prestazione, paura di non essere “all’altezza”;
– stress e stanchezza mentale;
– difficoltà nella relazione di coppia o mancanza di comunicazione;
– bassa autostima o esperienze sessuali negative.
Negli uomini più giovani, la disfunzione erettile è spesso di natura psicogena e legata proprio all’ansia da prestazione: il timore di deludere, di non soddisfare la partner o di essere giudicati può innescare un blocco che si autoalimenta.
Impotenza psicogena: un segnale, non una condanna
La cosiddetta impotenza psicologica è una forma di disfunzione erettile dovuta principalmente a fattori emotivi e relazionali.
Può insorgere all’improvviso, spesso in periodi di forte stress o insicurezza, e si accompagna a tensione, evitamento del contatto fisico e perdita di fiducia nelle proprie capacità.
Non è un disturbo permanente, e con un percorso terapeutico mirato può essere risolta in modo stabile.
Ritrovare fiducia e intimità
La disfunzione erettile non è solo un problema fisico: è un messaggio che il corpo invia quando qualcosa, nella mente o nella relazione, ha bisogno di attenzione.
Con il giusto supporto terapeutico è possibile recuperare il piacere, la fiducia e l’intimità di coppia, senza vergogna né colpa.

Come affrontare la disfunzione erettile
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa e sessuologa a Milano, propone un approccio integrato che valuta sia gli aspetti organici sia quelli psicologici.
Il percorso inizia con un’anamnesi accurata, per distinguere le cause fisiche da quelle emotive, e prosegue con una terapia psicosessuologica personalizzata, che comprende:
– educazione sessuale e consapevolezza corporea;
– strategie comportamentali per migliorare il controllo e ridurre l’ansia;
– rilassamento e gestione dello stress;
– coinvolgimento della partner quando utile alla terapia;
– collaborazione con specialisti (andrologo, endocrinologo) se necessario.
Questo approccio consente di rompere il circolo dell’ansia da prestazione e ricostruire un rapporto sereno con la propria sessualità.

Come affrontarla
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa e sessuologa a Milano, propone un percorso clinico personalizzato basato su un approccio psicosessuologico integrato.
La terapia inizia con un’anamnesi approfondita, per distinguere le componenti fisiologiche da quelle psicologiche, e può includere:
– terapia sessuologica individuale, per lavorare su emozioni, percezioni
corporee e gestione dell’ansia;
– terapia di coppia, per migliorare la comunicazione e l’intesa erotica;
prescrizioni comportamentali mirate e tecniche di consapevolezza corporea;
– eventuale valutazione medica o farmacologica, in collaborazione con
specialisti.
L’obiettivo è ripristinare la connessione tra mente, corpo e piacere, favorendo un’esperienza sessuale più libera e naturale.
Anorgasmia maschile: quando il piacere si interrompe
L’anorgasmia maschile, o impotenza orgasmica, è una disfunzione sessuale che si manifesta come difficoltà o impossibilità di raggiungere l’orgasmo, pur in presenza di eccitazione, desiderio e stimolazione adeguata.
Può presentarsi come ritardo ricorrente dell’orgasmo o come assenza totale, e in alcuni casi si accompagna a un senso di affaticamento, frustrazione o disgusto dopo il rapporto.
Non è raro che l’uomo riesca a raggiungere l’orgasmo solo tramite autoerotismo, ma non durante il rapporto di coppia.
Altri possono sperimentare orgasmo senza eiaculazione, eiaculazione senza orgasmo, o una condizione di assenza di entrambi.
Conseguenze psicologiche e relazionali
L’anorgasmia può provocare disinteresse verso la sessualità, calo del desiderio, disagio personale e difficoltà nella relazione di coppia.
Molti uomini, nel tentativo di compensare, sviluppano comportamenti ipergenitali, una sessualità compulsiva o meccanica, priva di reale piacere e connessione emotiva.
Questa disfunzione, se non affrontata, può compromettere l’autostima, l’intimità e la comunicazione con la partner.
Ritrovare il piacere e la fiducia
L’anorgasmia non è una condanna, ma un segnale.
Con il giusto percorso terapeutico, è possibile comprendere le sue radici e ricostruire una sessualità piena, serena e autentica.
Per informazioni o per fissare un colloquio:
SI, VOGLIO PROVAREDisturbi sessuali femminili: ritrovare serenità, piacere e consapevolezza
I disturbi sessuali femminili sono più diffusi di quanto si pensi e possono coinvolgere diverse aree della sessualità: desiderio, eccitazione, dolore e orgasmo.
Le cause sono spesso multifattoriali (fisiche, psicologiche e relazionali) e vanno comprese nel loro insieme per affrontarle efficacemente.
Tra i disturbi più frequenti troviamo:
– vaginismo
– dispareunia (dolore durante il rapporto)
– anorgasmia
– calo del desiderio sessuale
Affrontarli con un percorso terapeutico specifico significa prendersi cura del proprio benessere intimo e della propria autostima, ritrovando una sessualità serena e appagante.
Vaginismo: quando il corpo si chiude per difendersi
Il vaginismo si manifesta attraverso contrazioni involontarie dei muscoli della vulva, del perineo e dell’ingresso vaginale, che rendono dolorosa o impossibile la penetrazione.
In alcuni casi può impedire anche una normale visita ginecologica.
È una risposta riflessa e non controllabile, spesso collegata a ansia, paura del dolore, esperienze negative, educazione sessuale rigida o traumi passati.
Non è un rifiuto del partner, ma un segnale di difesa del corpo.
La terapia psicosessuologica aiuta a:
– comprendere le cause profonde del disturbo;
– recuperare fiducia nel corpo e nel piacere;
– imparare esercizi graduali di rilassamento e consapevolezza corporea;
– ricostruire un dialogo sereno nella coppia.
Dispareunia: il dolore durante i rapporti
La dispareunia è il dolore durante l’attività sessuale, localizzato a livello pelvico, vaginale o all’ingresso vaginale.
Può essere di natura:
– organica, dovuta a cicatrici post-partum, interventi chirurgici, infezioni,
endometriosi o alterazioni ormonali;
– psicologica, legata ad ansia, paura o difficoltà relazionali.
Nel tempo, il dolore può generare evitamento, calo del desiderio e tensioni di coppia.
Un approccio multidisciplinare, medico e psicologico, è essenziale per distinguere la causa e individuare il trattamento più adatto.
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa e sessuologa a Milano, lavora in collaborazione con ginecologi e fisioterapisti del pavimento pelvico per offrire un percorso completo e rispettoso dei tempi della persona.
Anorgasmia e calo del desiderio femminile
L’anorgasmia femminile consiste nella difficoltà o impossibilità di raggiungere l’orgasmo, anche in presenza di eccitazione.
Le cause possono essere:
– scarsa consapevolezza corporea;
– educazione sessuale inibente;
– ansia, stress o relazioni insoddisfacenti.
Il calo del desiderio, invece, rappresenta una riduzione dell’interesse sessuale o dell’eccitazione, spesso legata a stanchezza emotiva, squilibri ormonali, stress o problemi di coppia.
La terapia aiuta a riscoprire il corpo, comprendere i propri bisogni e ritrovare una sessualità spontanea, libera e comunicativa.

Come affrontare i disturbi sessuali femminili
Ogni percorso inizia con un’anamnesi accurata, che permette di distinguere le componenti fisiologiche da quelle psicologiche o relazionali.
La dr.ssa Giancaspero propone un intervento terapeutico personalizzato che include:
– colloqui clinici individuali e di coppia;
– educazione e consapevolezza corporea;
– prescrizioni comportamentali mirate;
– eventuale collaborazione con specialisti medici per un approccio integrato.
L’obiettivo è aiutare ogni donna a riconnettersi con il proprio corpo, superare paure e tabù e vivere la sessualità come espressione di libertà, fiducia e piacere.

Cos’è l’anorgasmia femminile
L’orgasmo femminile è una risposta fisiologica e soggettiva, caratterizzata da contrazioni ritmiche dell’utero e dei muscoli vaginali, accompagnate da una sensazione intensa di piacere e rilascio emotivo.
Secondo il DSM-5, l’anorgasmia è definita come “ritardo o assenza persistente dell’orgasmo dopo una normale fase di eccitazione sessuale”.
Può essere accompagnata da ridotta eccitazione, calo del desiderio o dolore durante i rapporti, rendendo l’esperienza sessuale frustrante o insoddisfacente.
Come affrontare l’anorgasmia
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa e sessuologa a Milano, propone percorsi terapeutici personalizzati per affrontare l’anorgasmia con un approccio clinico e relazionale.
Il trattamento prevede:
– anamnesi accurata per escludere cause fisiologiche e comprendere il vissuto personale;
– terapia sessuologica individuale o di coppia, per lavorare su
consapevolezza, fiducia e comunicazione;
– prescrizioni comportamentali e tecniche di rilassamento per riscoprire la
connessione corporea;
– educazione alla sessualità consapevole, per liberarsi da paure e tabù;
– collaborazione con specialisti ginecologi o endocrinologi quando
necessario.
Il percorso aiuta la donna a riconnettersi al proprio corpo, riscoprire il piacere e vivere la sessualità come espressione di benessere e autenticità.
Ritrovare il piacere è possibile
Superare l’anorgasmia significa accogliere il piacere come forma di equilibrio e libertà personale.
Con il giusto supporto terapeutico, è possibile ricostruire un dialogo sereno con sé stesse e con il proprio corpo, ritrovando una vita sessuale soddisfacente e appagante.
Anorgasmia femminile: ritrovare il piacere e la connessione con sé
L’anorgasmia femminile è una disfunzione sessuale che si manifesta come ritardo o assenza dell’orgasmo, pur in presenza di desiderio, eccitazione e stimolazione adeguata.
Non si tratta solo di un aspetto fisico, ma di un’esperienza complessa che coinvolge corpo, mente ed emozioni.
Riconoscerla e affrontarla con consapevolezza è il primo passo per tornare a vivere una sessualità libera e appagante.
Tipologie di anorgasmia
L’anorgasmia non è uguale per tutte:
– Primaria: la donna non ha mai sperimentato l’orgasmo;
– Secondaria: il piacere era presente in passato, ma non più;
– Coitale: difficoltà a raggiungere l’orgasmo durante il rapporto;
– Non coitale: l’orgasmo avviene solo tramite stimolazione diversa;
– Generalizzata o situazionale: assente in tutti i contesti o solo in specifiche
circostanze.
In alcuni casi, può riguardare anche l’autoerotismo, segnalando un blocco più profondo nel rapporto con il proprio corpo.
Le possibili cause
Le origini dell’anorgasmia femminile sono multifattoriali e richiedono un approccio integrato.
Possono includere:
– fattori psicologici, come ansia, stress, paura di abbandono o senso di colpa;
– fattori relazionali, legati a conflitti di coppia o scarsa comunicazione;
– fattori culturali o educativi, come tabù o vergogna legati alla sessualità;
– fattori fisici o ormonali, legati a menopausa, farmaci o alterazioni neurologiche.
In molti casi, l’anorgasmia è il risultato di una disconnessione emotiva dal corpo e dal piacere, spesso alimentata da pressioni esterne o da un’idea rigida della sessualità.
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CONTATTI
Un nuovo equilibrio di coppia
I disturbi sessuali non sono una condanna: sono un segnale, un invito ad ascoltare la relazione e a prendersene cura.
Con un percorso guidato e personalizzato, è possibile ritrovare armonia, intimità e piacere, rafforzando al tempo stesso il legame affettivo.
Disturbi sessuali di coppia: ritrovare armonia e complicità
I disturbi sessuali di coppia possono emergere in qualsiasi momento della relazione e, se non affrontati, minare la complicità, la comunicazione e l’intimità emotiva tra i partner.
Nella maggior parte dei casi, non riguardano solo la sessualità in sé, ma l’intero equilibrio relazionale: la fiducia, la comunicazione, il desiderio e la capacità di sentirsi reciprocamente ascoltati e accolti.
Affrontare questi disturbi con un percorso terapeutico mirato significa dare spazio al dialogo, comprendere i bisogni reciproci e costruire un nuovo linguaggio del corpo e dell’emozione.
Come si svolge la terapia di coppia sessuologica
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa e sessuologa a Milano, segue un protocollo strutturato in due fasi, calibrato sulle esigenze specifiche della coppia.
1ª fase – Consultazione iniziale
Comprende in media due colloqui di valutazione, individuali o congiunti.
In questa fase viene utilizzata la metodologia dei “Cinque Cerchi”, uno strumento che permette di analizzare in modo approfondito cinque aree fondamentali della relazione:
– la dimensione fisica e corporea,
– l’aspetto emotivo e affettivo,
– la comunicazione,
– la relazione di coppia,
– la sfera sessuale.
L’obiettivo è raccogliere le informazioni necessarie, comprendere la natura del problema e definire insieme un percorso terapeutico personalizzato.
2ª fase – Percorso operativo
Questa fase prevede un ciclo di 8-10 sedute, con incontri alternati individuali e di coppia.
Durante gli incontri vengono proposte prescrizioni comportamentali mirate, esercizi di comunicazione e strategie pratiche per migliorare:
– il dialogo emotivo,
– la connessione fisica,
– la gestione dei conflitti,
– l’intesa sessuale.
Il lavoro terapeutico si concentra su consapevolezza, fiducia e collaborazione, restituendo alla coppia la capacità di vivere la sessualità in modo spontaneo, sereno e condiviso.
Identità di genere e percorsi di affermazione personale
Negli ultimi decenni la comprensione dell’identità di genere è profondamente cambiata.
Oggi non si parla più di “disturbo” ma di incongruenza di genere, per descrivere la condizione in cui l’identità profonda di una persona non coincide con il sesso assegnato alla nascita.
Non si tratta di una patologia, ma di un’esperienza umana complessa, che può generare sofferenza, ansia o isolamento, soprattutto quando non è accolta o compresa dal contesto familiare e sociale.
Le persone che vivono questa incongruenza possono identificarsi come transgender, non binarie, gender fluid o in altre modalità che rispecchiano il loro sentire autentico.
L’obiettivo del percorso terapeutico non è “correggere” l’identità, ma accompagnare la persona verso l’autoaccettazione, la chiarezza e il benessere psicologico.
Quando emerge la consapevolezza di sé
La piena consapevolezza della propria identità di genere può manifestarsi in infanzia, adolescenza o età adulta.
Durante la crescita, la comparsa dei caratteri sessuali secondari può accentuare il senso di distanza tra identità percepita e corpo biologico, generando disagio, confusione o vergogna.
Non esiste una causa unica. Le ricerche internazionali indicano un’origine multifattoriale, che include componenti biologiche, psicologiche, relazionali e sociali.
Ciò che conta, più delle origini, è il percorso personale di riconoscimento e affermazione di sé.

Il ruolo della terapia di sostegno
La dr.ssa Annamaria Giancaspero offre un percorso di sostegno psicologico per l’identità di genere basato su ascolto, rispetto e personalizzazione.
Il lavoro terapeutico mira a:
– favorire la consapevolezza dell’identità di genere;
– elaborare emozioni di paura, colpa o solitudine;
– accompagnare nei processi di coming out e comunicazione con familiari o
partner;
– fornire strumenti per affrontare eventuali discriminazioni o stress da
minoranza;
– valutare con serenità le possibili strategie di affermazione di genere, anche
in collaborazione con specialisti medici, endocrinologi e associazioni di
riferimento.
La terapia non impone percorsi, ma aiuta la persona a scegliere liberamente e in sicurezza il proprio cammino.
Ritrovare equilibrio e autenticità
Scoprire e vivere la propria identità di genere è un processo di autenticità e integrazione personale.
Con il giusto supporto, è possibile superare la sofferenza iniziale e costruire una vita più coerente con se stessi, le proprie relazioni e i propri desideri.

Il ruolo della psicoterapia
La terapia psicologica aiuta a rielaborare il dolore e a gestire le emozioni che accompagnano la diagnosi e i trattamenti di fertilità.
Il percorso mira a:
– ridurre ansia e stress legati ai tentativi falliti;
– migliorare la comunicazione e la complicità nella coppia;
– sostenere la motivazione durante le terapie mediche o ormonali;
– prevenire ricadute depressive o sensi di inadeguatezza;
– favorire una maggiore consapevolezza dei propri limiti e desideri.
Quando sono in corso terapie ormonali o farmacologiche, è particolarmente importante ricevere un accompagnamento psicologico:
questi trattamenti possono influenzare l’umore e la percezione corporea, soprattutto nella donna, rendendo utile uno spazio di ascolto e stabilizzazione emotiva.
Un aiuto per affrontare i cambiamenti
L’obiettivo del supporto psicologico non è “risolvere” il problema medico, ma aiutare la persona o la coppia a ritrovare equilibrio, resilienza e senso di continuità.
In alcuni casi, la terapia può aprire a nuove prospettive, come l’adozione o la ridefinizione del proprio progetto di vita, senza rinunciare alla dimensione affettiva e familiare.
Infertilità e sostegno psicologico: affrontare insieme la sfida del concepimento
Affrontare difficoltà nel concepire un figlio può essere una delle esperienze più delicate nella vita di una coppia.
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa e sessuologa, offre un percorso di supporto psicologico per l’infertilità pensato per accompagnare singoli e coppie in ogni fase del trattamento medico e del percorso emotivo.
Quando la ricerca di un figlio diventa un peso
L’infertilità si manifesta come l’impossibilità di ottenere una gravidanza dopo almeno un anno di rapporti sessuali non protetti.
Può riguardare uno o entrambi i partner e avere cause mediche, ormonali o fisiologiche.
Ma oltre alla dimensione biologica, l’infertilità tocca in profondità la sfera emotiva e relazionale: mette in discussione la fiducia, il senso di sé e la progettualità di coppia.
Molte persone vivono questa difficoltà con senso di colpa, vergogna, rabbia o tristezza, alternando speranza e delusione.
Spesso la donna tende ad assumersi la responsabilità dell’insuccesso, mentre l’uomo può reagire con chiusura o distacco emotivo.
Queste dinamiche, se non riconosciute, rischiano di creare tensione e incomprensioni nel rapporto.
Ritrovare forza e serenità di coppia
L’infertilità non è un fallimento, ma un’esperienza complessa che può diventare un’occasione di crescita e consapevolezza.
Con il giusto sostegno, è possibile riscoprire la vicinanza, la comunicazione e la forza del legame di coppia, affrontando insieme il percorso qualunque esso sia.
Sex addiction o dipendenza sessuale: quando il piacere diventa compulsione
La dipendenza sessuale, chiamata anche comportamento sessuale compulsivo (CSBD), si manifesta quando il pensiero e la pratica del sesso diventano ripetitivi, incontrollabili e fonte di disagio.
Chi ne soffre vive un impulso costante verso attività sessuali, reali o virtuali, che finiscono per compromettere la vita affettiva, lavorativa e sociale.
Non si tratta di “eccesso di desiderio”, ma di una vera e propria perdita di controllo, dove il comportamento sessuale serve a gestire emozioni come ansia, solitudine, vergogna o dolore.
La persona può sentirsi intrappolata tra piacere momentaneo e senso di colpa, generando un circolo vizioso difficile da interrompere da sola.
Come riconoscere la dipendenza sessuale
Tra i segnali più comuni:
– pensieri sessuali persistenti che interferiscono con la concentrazione e la vita
quotidiana;
– necessità crescente di stimoli per provare eccitazione;
– ricorso frequente a pornografia, chat o incontri casuali;
– difficoltà a controllare l’impulso anche quando si desidera smettere;
– sensi di colpa, ansia o vergogna dopo l’attività sessuale;
– conflitti di coppia o isolamento sociale.
Uomini e donne possono esserne colpiti in egual misura, anche se spesso in modo diverso: gli uomini tendono alla compulsione attiva, le donne più spesso a forme emotive o relazionali di dipendenza.
Le cause
Le origini del comportamento sessuale compulsivo sono multifattoriali.
Spesso si intrecciano:
– fattori psicologici, come traumi, abusi o dipendenze affettive;
– fattori biologici, come alterazioni neurochimiche legate al sistema della
ricompensa;
– fattori relazionali, come solitudine, mancanza di intimità o relazioni instabili;
– fattori sociali, come la disponibilità illimitata di stimoli erotici online.
Il sesso, da fonte di piacere e connessione, diventa un modo per sfuggire al dolore o riempire un vuoto emotivo.

Come affrontare la dipendenza sessuale
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, psicologa e sessuologa a Milano, propone un percorso terapeutico riservato e personalizzato per affrontare la dipendenza sessuale in modo efficace e rispettoso.
Il trattamento si articola in diverse fasi:
– valutazione clinica individuale, per comprendere la natura e la gravità del
comportamento;
– terapia psicosessuologica individuale e/o di gruppo, per lavorare sui fattori
emotivi e relazionali;
– prescrizioni comportamentali per interrompere il ciclo compulsivo e
sviluppare autocontrollo;
– strategie di gestione dell’impulso e regolazione emotiva;
– lavoro sulla ricostruzione dell’autostima e delle relazioni sane.
In alcuni casi, la terapia può essere affiancata da un breve periodo di sospensione dagli stimoli o da un supporto farmacologico in collaborazione con specialisti.
Ritrovare equilibrio e libertà
Il percorso terapeutico permette di spezzare la dipendenza, ridurre ansia e pensieri ossessivi, e ricostruire un rapporto equilibrato con il desiderio, il corpo e le emozioni.
Ritrovare una sessualità sana e consapevole significa anche riscoprire la libertà di scegliere, amare e lasciarsi amare senza paura o compulsione.

Un profilo senza stereotipi
La dipendenza sessuale non riguarda un solo genere, né un solo tipo di persona.
Può colpire uomini e donne di qualsiasi età, condizione sociale o livello culturale.
Nel mondo maschile tende a esprimersi con comportamenti più impulsivi e orientati all’azione, come consumo eccessivo di pornografia, relazioni occasionali o masturbazione compulsiva.
Nel mondo femminile, invece, può manifestarsi in forme più emotive e relazionali, come ricerca ossessiva di attenzioni, dipendenza affettiva o relazioni ripetute e insoddisfacenti.
In entrambi i casi, alla base c’è un dolore emotivo non elaborato e la difficoltà a gestire la solitudine, il vuoto o la paura del rifiuto.
Il percorso terapeutico
La dr.ssa Annamaria Giancaspero, offre percorsi personalizzati per affrontare con rispetto e riservatezza i disturbi legati alla sessualità e alla relazione.
Il lavoro terapeutico aiuta la persona a:
– riconoscere e comprendere il proprio comportamento;
– interrompere i cicli compulsivi;
– ricostruire un equilibrio emotivo e relazionale sano;
– ritrovare una sessualità libera, consapevole e autentica.
Mitomania, erotomania e dipendenza sessuale: differenze e caratteristiche
Non tutte le forme di comportamento sessuale disfunzionale rientrano nella dipendenza sessuale.
È importante distinguere tra comportamento sessuale compulsivo (CSBD), mitomania erotica ed erotomania, che hanno cause e manifestazioni molto diverse.
Mitomania erotica
La mitomania erotica si manifesta quando una persona inventa o esagera esperienze e conquiste sessuali per rafforzare la propria immagine o ottenere approvazione.
In questi casi, il problema non è l’atto sessuale in sé, ma il bisogno di confermare il proprio valore attraverso la fantasia o la menzogna.
Spesso alla base ci sono bassa autostima, bisogno di attenzione o paura del rifiuto.
Erotomania
L’erotomania è invece un disturbo psichico più complesso, in cui una persona sviluppa la convinzione delirante di essere amata da qualcuno, spesso una figura idealizzata o in posizione di prestigio.
Chi ne soffre può interpretare gesti o segnali neutri come prove d’amore, fino ad arrivare a comportamenti ossessivi o invasivi.
Questo tipo di quadro clinico richiede un intervento psicoterapeutico o psichiatrico specialistico, volto a contenere la distorsione percettiva e favorire un ritorno alla realtà affettiva.
Comportamento sessuale compulsivo (dipendenza sessuale)
Diversamente da mitomania ed erotomania, il comportamento sessuale compulsivo si caratterizza per un bisogno irresistibile e ricorrente di compiere atti sessuali o di ricercare stimoli erotici, anche contro la propria volontà.
Chi ne soffre non trae piacere duraturo dall’atto, ma un sollievo temporaneo, seguito da senso di colpa, ansia o vergogna.
Il sesso diventa un modo per regolare le emozioni, come accade in altre forme di dipendenza comportamentale.